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Schiaffo alle vittime dell’alluvione, l’Assicurazione non vuole pagare: «Bisogna rifare i conteggi»

Il tentativo di mediazione è fallito. Il sindaco Marco Doria non è riuscito a convincere la Sircus, la compagnia di assicurazione del Comune, e i Lloyd’s di Londra a pagare la provvisionale da 4,5 milioni di euro alle famiglie delle sei vittime dell’alluvione di Genova del 4 novembre 2011, disposta dal tribunale di Genova. Gli inglesi - in particolare - hanno ribadito il loro no a versare l’intera cifra. «Almeno finchè non saranno depositate le motivazioni della sentenza», è stato spiegato. A rappresentarli davanti al primo cittadino c’era l’avvocato Andrea Vernazza. Alla fine si è deciso di fissare un nuovo incontro all’inizio di gennaio. Ma le pressioni di Doria che - a quanto trapela - voleva fosse versata già da subito la cifra pattuita dal tribunale non sono bastate.


E la situazione si fa sempre più tesa e imbarazzante per tutti. Ma quale è la ragione per cui i britannici - sono loro a dover versare l’85 per cento del risarcimento - continuano a rimandare il pagamento per pochi mesi? Tra le parti civili, in queste ore, si sta facendo largo una ipotesi inquietante dal punto di vista morale ma assolutamente legale. I Lloyd’s, infatti, potrebbero voler attendere le motivazioni della sentenza non tanto per pagare quanto piuttosto per chiedere, subito dopo, alla Corte di Appello la sospensiva della provvisionale da versare ai parenti delle vittime.

 

Si tratta di uno scenario percorribile? Certo. Dal momento che è pienamente un loro diritto. La compagnia inglese, infatti, subito dopo le condanne emesse il 28 novembre dal giudice Adriana Petri (5 anni all’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi ; 4 anni e 9 mesi all’ex assessore alla Protezione civile Francesco Scidone; 4 anni e 5 mesi al dirigente di Tursi Gianfranco Delponte) aveva contestato la linea del tribunale. Nel mirino le tabelle utilizzate per calcolare i risarcimenti: «Calcoli da rifare perchè troppo alti rispetto agli standard britannici», avevano spiegato.

 

Per questo c’è la concreta possibilità che venga scelta proprio questa strada. Una notizia - quella della fallita mediazione - che ha lasciato amareggiato Stefano Savi che rappresenta Vincenzi (gli altri avvocati dei due imputati sono Andrea Testasecca e Romano Raimondo): «Di fronte a questa presa di posizione degli inglesi - spiega- ci sono logiche politiche da seguire, non solo quelle assicurative». Sulla stessa linea anche Nicola Scodnik e Paolo Ricco che rappresentano alcune parti civili. «Siamo delusi - sottolinea - Ci aspettavamo un atteggiamento di apertura, oppure un gesto che facesse intuire la volontà di trovare un’intesa. Siamo di fronte ad una chiusura totale». Sta proseguendo in questi giorni l’invio degli atti di precetto che anticiperà i pignoramenti di conti e di proprietà dei condannati.

 

FONTE: Il Secolo XIX

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